Un libro per due: Kill Creek di Scott Thomas (Rizzoli)

Instagram: @brivididicarta | @lastambergadinchiostro

In fondo che cos’è l’orrore? Per rispondere a questa domanda io e Sara di Bookspedia ci siamo avventurate tra le tetre pagine di Kill Creek, il romanzo di Scott Thomas sembra quasi una leggenda metropolitana bisbigliata da orecchio in orecchio fino a quando non diventa un brutto sogno ad occhi aperti.

Data di uscita: 29 Ottobre

Acquistalo subito: Kill Creek

Editore: Rizzoli
Collana: Argento Vivo
Traduzione: Roberto Serrai
Genere: Horror
Pagine: 512
Prezzo: € 19,00

In fondo a una strada sterrata, mezzo dimenticata nel cuore del Kansas, sorge la casa delle sorelle Finch. Per molti anni è rimasta vuota, abbandonata, soffocata dalle erbacce. Adesso la porta sta per essere riaperta. Ma qualcosa, o qualcuno, aspetta nel profondo delle sue ombre, e non vede l’ora di incontrare i suoi nuovi ospiti… Quando Sam McGarver, autore di best seller horror, viene invitato a trascorrere la notte di Halloween in una delle case infestate dai fantasmi più famosa del mondo, accetta con riluttanza. Se non altro, non sarà solo: con lui ci saranno altri tre acclamati maestri del macabro, scrittori che come lui hanno contribuito a tracciare la mappa moderna di quel genere letterario. Ma quella che inizia come una trovata pubblicitaria si trasformerà in una vera e propria lotta per la sopravvivenza. L’entità che hanno risvegliato li segue, li tormenta, li minaccia, fino a farli diventare parte della sanguinosa eredità di Kill Creek.

L’argento vivo entra in circolo sottopelle ed è rovente, il dolore insopportabile, poco a poco il terrore emerge dalle profondità dell’animo umano ed è questione di secondi prima che il corpo assuma pose innaturali, tenti di replicare le tavole macabre di Junji Ito, uno spasmo dietro l’altro che esternano il patimento provato fino a questo momento.

Con Scott Thomas questa è la regola, una prosa semplice ma vivida, che lascia il segno sulla pelle di chi legge come se fosse un coltello rovente che brama le carni dei suoi lettori, una lieve tortura dove l’orrore non risiede solo in un luogo bensì dentro l’essere umano stesso, tormentato dai suoi demoni fino al punto da essere consumato, manipolato in un gioco di ombre cinesi dove le immagini proiettate nascondono al loro interno molteplici chiavi di lettura, l’importante è sapere dove guardare prima di essere travolti da qualcosa che supera la logica stessa.

Nessuna casa nasce cattiva, ma Kill Creek sembra fare eccezione. Una catapecchia eretta in un posto dimenticato da Dio diventa il fulcro attorno al quale il male ha deciso di far germogliare il suo frutto. Questa diventa la dimora maledetta di ogni cosa nata nell’oscurità, il ricettacolo di tutto ciò che c’è di putrido e spaventoso nel nostro mondo e anche in quello successivo. E come ogni casa infestata che si rispetti per vivere ha bisogno che la sua leggenda continui ad esistere, ad essere tramandata da persona a persona affinché il fascino macabro e perverso attiri sempre più persone.

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Sam McGraver, T.C. Moore, Daniel Slaughter e Sebastian Cole sono quattro famigerati scrittori dell’orrore, ognuno diverso dall’altro eppure ciò che li accomuna è quello che si nasconde in profondità, laddove nessuno dovrebbe guardare e che continua ugualmente a tormentarli nella vita di tutti i giorni, quando i riflettori si spengono e restano da soli con il loro lavoro, la pagina bianca che attende di essere riempita con un nuovo inizio.

Wainwright, blogger di WrightWire, decide di intervistarli per uno speciale di Halloween proprio a Kill Creek, luogo nefasto che si trasforma in una sorta di specchio dove il passato tenta di insinuarsi nel presente in maniera più prepotente, costringendoli a fare quel passo in avanti necessario ad affrontare ciò che temono di più. Così il presente diventa un incubo, lo specchio di ciò che è stato e che nessuno voleva che accadesse ancora ma come in ogni brutto sogno non si può scappare da ciò che ti insegue, qualunque cosa si faccia, qualunque ostacolo si cerchi di frapporre fra se e il proprio inseguitore quest’ultimo sembra quasi indistruttibile, invulnerabile ad ogni mossa e pensiero. 

Questa sensazione di angoscia incontra il dolore in una forma quasi eccessiva che porta alla disperazione,  è difficile riuscire a mettersi a fuoco e ragionare in maniera razionale, soprattutto quando un luogo alimentato dalle dicerie si rivela essere qualcosa di così oscuro da inghiottire ogni briciolo di logica rimasta. Immagini, suoni e bisbigli diventano le nuove marionette di un macabro show che vede come pezzo forte la distruzione. 

Di storie come questa se ne sentono in giro, entità o luoghi che per far sopravvivere la loro fama al passare degli anni devono catturare sempre nuove vite, sfamarsi di chi è in preda al terrore proprio perchè se non lo facessero svanirebbero, ma la cosa su cui fa riflettere di più è che persino il male ha paura dell’oblio e pur di non varcare quella soglia tanto oscura persino una casa è disposta ad uccidere, e così come ci insegna il buon Lovecraft, in strani eoni persino la morte può morire perchè quando tutto sarà morto anche essa cesserà di esistere. 

In questa sua fuga dall’oblio la casa è disposta a tirare fuori tutto dai suoi ospiti, i loro sentimenti negativi e i loro desideri più reconditi per usarli a proprio vantaggio, dare un piccolo assaggio di felicità in cambio di una lunga esistenza terrena. Scott Thomas riesce a raccontare una storia popolata da fantasmi, illusioni e terrore in maniera tangibile, preparando il terreno tanto bene e in maniera così meticolosa da risultare un po’ affrettato sul finale, che comunque chiude il cerchio ma spezza l’incantesimo che aveva creato. Sono curiosa di vedere come verrà la serie televisiva, se queste sono le premesse io sono pronta a gustarmi lo show.

Kill Creek è quel bisbiglio accattivante che spinge un animo curioso ad inoltrarsi in quel posto dove l’istinto dice di non spingersi, e che nonostante tutti gli avvertimenti si continua a trovare incredibilmente invitante. 

«Perchè è questo l’orrore. Dolore. Insopportabile, vorace. Così cruento e brutale che quasi lo desideriamo, in una maniera perversa».

 

 

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Rizzoli per la copia omaggio.

 

 

 

May the Force be with you!
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